Le aziende italiane che hanno all’attivo un piano di welfare sono più del 50%, percentuali destinate a crescere Ma cosa rappresenta il welfare all’interno di un’azienda? Come integrare i piani di welfare all’interno della strategia HR? Abbiamo fatto queste domande a Elisabetta Dallavalle, responsabile welfare del Gruppo Nestlé Italia che ci ha illustrato su quali valori si è mossa un’azienda come Nestlé e come supporta concretamente la vita dei propri collaboratori con iniziative mirate al loro benessere.
La priorità per il nostro gruppo sono le sue persone. Le consideriamo la risorsa più preziosa e con il welfare rispondiamo con iniziative concrete.
Una strategia quella del company welfare di Nestlé totalmente integrata con la strategia delle risorse umane che guarda alla traiettoria del ciclo di vita della persona ed alla convivenza con le diverse generazioni. Elementi distintivi sono la capacità di saper cogliere le sfide del momento e le esigenze di un ambiente di lavoro in continua evoluzione, questo presuppone la messa in campo di nuove strategie e iniziative concrete per supportare le persone. Il welfare di Nestlé dialoga con il territorio, cerca sinergie, cerca di far parte di alleanze ed è sempre di più un welfare partecipato, partecipativo e condiviso. Esempi concreti:
  •  congedo di paternità: sono stati i primi a partire dal 2012 a introdurre il congedo di paternità di 15 giorni, retribuito al 100% e oltre ai 3 giorni già in precedenza concessi in un’ottica di parità e di riequilibrio della vita genitoriale;
  •  dall’orario flessibile al telelavoro e poi al lavoro agile per giungere allo smart working andando oltre i confini dell’ufficio verso una gestione autonoma del tempo lavorato;
  •  il Progetto “90 giorni”: le scuole chiudono e le porte di Nestlé si aprono, per i bimbi figli dei dipendenti in età compresa tra i 3 e i 14 anni;
  •  “prestito d’onore”: la learning & working experience all’estero per mettere a frutto l’apprendimento della lingua inglese e poter provare sul campo in terra straniera la work experience per dare un plus al cv dei figli dei dipendenti del Gruppo che si sono appena displomati o che stanno seguendo un corso di laurea. Aggiungere un plus al curriculum, in ottica di youth employability.
  • company welfare manager in azienda: inserimento di una figura professionale dedicata al 100 % ai temi della conciliazione vita-lavoro che lavora in sinergia all’interno della direzione risorse umane;
  •  la certificazione family audit alla quale partecipano su indicazione della presidenza del consiglio-dipartimento delle politiche per la famiglia il cui ente certificatore è la Provincia Autonoma di Trento.