Secondo il Report della Fondazione Symbola “Coesione è competizione. Nuove geografie della produzione del valore in Italia” la competitività del nostro paese risiede anche nel welfare delle grandi e piccole imprese, nel rispetto e nella valorizzazione dei lavoratori, nella contaminazione tra valore economico e sociale, nella relazionalità. Per questo Jointly è citata tra i case studies più interessanti di imprese coesive sul panorama italiano. Secondo gli autori del rapporto le tradizionali dicotomie tra profit e non-profit, tra valore economico e sociale, sono superate in uno scenario in cui le nuove dinamiche partecipative e collaborative tra vari soggetti di natura diversa possono generare valore economico e sociale per le comunità.
Le imprese coesive sono caratterizzate da un alto livello di networking, e hanno nel proprio DNA un forte senso valoriale.
Si sta affermando un nuovo modello che vede nel networking la forza per creare valore economico nel territorio, competitività nel sistema, e benessere della comunità, garantendo sostenibilità sia ambientale che sociale al progresso. Proprio le imprese ‘coesive’ - quelle cioè che intrattengono relazioni con le altre imprese, le comunità, le istituzioni, i consumatori, il terzo settore  - hanno una marcia in più che permette loro di andare lontano. Tanto che le imprese ‘coesive’ hanno registrato nel 2015 maggiori aumenti del fatturato, una migliore dinamicità sul fronte dell’occupazione, e un maggior aumento degli ordinativi esteri. Dai numeri e dalle analisi presentate nel rapporto da Unioncamere, si evince dunque un nesso forte tra ricchezza della società e forza dell’economia: dove la società è più vitale le imprese sono più competitiveJointly tra le aziende coesive italiane Per questo siamo orgogliosi di rappresentare attraverso Jointly tutte le aziende che fanno parte della nostra rete e portare un esempio di coesione che, attraverso i concetti di welfare aziendale condiviso e valore condiviso, porta benessere ai lavoratori e alle comunità in cui operiamo e maggiore crescita e produttività alle aziende stesse. Il nostro obbiettivo di portare qualità nel mondo del welfare attraverso la condivisione risulta quindi un’area con notevoli margini di crescita. La nostra Francesca Rizzi rispetto al presente e al futuro del welfare osserva: «Il welfare condiviso sia nella nostra ragione sociale fin dalla nascita di Jointly, e vedo che al giorno d’oggi, a volte, si parla di welfare condiviso in maniera inappropriata. Non si tratta soltanto di un tema economico: è soprattutto un discorso su come portare qualità al mondo del welfare. Riteniamo che il futuro del welfare condiviso risieda nella sinergia tra le aziende, il Terzo Settore e lo Stato. Si tratta di tre mondi abituati a ragionare con logiche diverse, ma nella triangolazione fra queste tre realtà si possono creare grandi opportunità»