Per chi, come Jointly, ha investito molto sull’orientamento scolastico dei ragazzi con il progetto Push to open; i dati pubblicati da Save the Children nell’Atalante dell’infanzia a rischio del  2018 sono molto allarmanti, con oltre 1,2 milioni di bambini e adolescenti italiani vivono in povertà assoluta e, ancor più grave, senza alcuna prospettiva di crescita personale; un divario che aumenta nelle periferie. 


NON E' SOLO UNA QUESTIONE ECONOMICA

A pesare sul loro futuro è soprattutto l’ambiente in cui vivono, che svolge un ruolo determinante nel condizionare i loro studi e quindi il loro futuro. Pochi chilometri di distanza, tra un quartiere o un paese e l’altro, possono significare una vita e una prospettiva diversa:

...la segregazione educativa allarga sempre di più la forbice delle disuguaglianze, in particolare nelle grandi città, dove vivono tantissimi bambini, ed è lì che bisogna intervenire con politiche coraggiose e risorse adeguate...”

 

STESSE CITTA' - PROSPETTIVE DIVERSE

All’interno di una stessa città, l’acquisizione delle competenze scolastiche da parte dei minori segna un divario a dir poco sconfortante.

  • Napoli, i 15-52enni senza diploma di scuola secondaria di primo grado sono il 2% al Vomero e quasi il 20% a Scampia,
  • Palermo il 2,3% a Malaspina-Palagonia e il 23% a Palazzo Reale-Monte di Pietà,
  • Roma , nei quartieri più benestanti del nord della Capitale i laureati (più del 42%) sono 4 volte quelli delle periferie esterne o prossime al GRA nelle aree orientali della città (meno del 10%);
  • A Milano invece la forbice si allarga ancora di più, a Pagano e Magenta-San Vittore (51,2%) i laureati sono 7 volte quelli di Quarto Oggiaro (7,6%).
 

NEET: PESANO LE DIFFERENZE CENTRO - PERIFERIA 

Differenze sostanziali tra una zona e l’altra riguardano anche i NEET (acronimo inglese di "not engaged in education, employment or training"; che indica ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni non impegnati nello studio, né nel lavoro né nella formazione ).

Sono ragazzi che non studiano più, che sono senza lavoro e non sono inseriti in alcun circuito di formazione.

  • Nel capoluogo lombardo, in zona Tortona, sono il 3,6%, meno di un terzo di quelli di Triulzo Superiore (14,1%),
  •  A Genova sono 3,4% a Carignano e 15,9% a Ca Nuova;
  •  E a Roma 7,5% a Casal Palocco e 13,8% a Ostia Nord

Anche i dati tratti dai test INVALSI testimoniano il divario nell’apprendimento scolastico.

  • A Napoli ad esempio, una distanza siderale di 25 punti INVALSI divide i bambini dei quartieri più svantaggiati da quelli che abitano a Posillipo,
  • A Palermo sono 21, quelli tra Pallavicino e Libertà,
  • Mentre Roma 17 punti percentuali tra Casal de’ Pazzi e Medaglie d’Oro,
  • Infine a Milano 15 punti dividono Quarto Oggiaro da Magenta-San Vittore.
 

''LE PERIFERIE DEI BAMBINI'': UN IMPEGNO CHE CI VEDE TUTTI COINVOLTI 

Il IX Atlante dell’infanzia a rischio “Le periferie dei bambini” traccia una mappa dei divari che in termini di risorse economiche e culturali, accessibilità dell’istruzione e dei servizi, qualità degli spazi urbani, verdi, ricreativi espongono maggiormente bambini e adolescenti al rischio di fragibilità e dimostra, allo tempo stesso, come loro siano la risorsa necessaria su cui puntare per innescare una indispensabile rigenerazione di questi luoghi. Un’introduzione aggiornata al grande dibattito sulle periferie, che articola insieme un’analisi geografica, sociale e educativa. Un'estratto multimediale e interattivo è disponibile online 
L’infanzia sta diventando la vera “ periferia d’Italia” come ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children.

Per noi di Jointly tutto questo significa un impegno sempre maggiore e più appassionato su questi temi per aiutare a sconfiggere le periferie d’Italia.