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Interessante intervista della testata online ''Informazioni Senza Filtro'' ad Ivano Dionigi, ex rettore dell'Università di Bologna, sul ruolo delle discipline umanistiche e della filosofia all'interno delle aziende e delle organizzazioni, intervenuto ad un panel al Festival di Nobilita sul ruolo degli umanisti e dei filosofi in azienda, un'intervista che rompe molti luoghi comuni.


Circolarità e multidisciplinarietà: ecco l'elisir di lunga vita per un' Azienda

Dionigi  afferma che l’uomo di impresa, il politico e in generale e chiunque assume incarichi di responsabilità, deve avere una visione circolare, una preparazione a tutto tondo.

Lo stesso Steve Jobs era preoccupato del sapere ingegneristico e informatico perché era monoculturale e lineare. Oggi servono ingegneri rinascimentali che evochino Leonardo e la scienza nata dalla filosofia. L’affiancamento di umanisti è già una strada, ma un manager deve conoscere prima di costruire e quindi questa “policonoscenza” va cercata nell’uomo intero.

Le aziende che resistono sono quelle che investono sulla conoscenza , quelle che guardano ai saperi immateriali.

Dalle STEM alle STE(A)M

In America le cosiddette lauree STEM (Science,Technology,Engineering and Mathematics) le hanno già tradotte in STEAM (dove la A rappresenta le Arts). Mentre noi dismettiamo afferma Dionigi il nostro petrolio ( la nostra cultura rinascimentale nda), gli altri ce lo copiano.

All’Università non si va per imparare un mestiere, afferma Dionigi, si va per imparare ad imparare; ma in questo Paese non c’è la cultura della laurea, non c’è la cultura della cultura!

Il Seneca di Plutarco diceva: “ Io non appartengo né ad Atene, né alla Grecia, io appartengo al mondo”  E i nostri giovani sono e saranno sempre più cittadini del mondo; e devono avere il supporto culturale necessario e non avere la necessità di scegliere tra informatica e latino, perché la cultura non è aut-aut, ma et-et.

I giovani devono sapere che non esiste solo il presente, ma c’è anche un passato e una memoria e che c’è il futuro, il progetto. Ci deve essere tensione e ricerca continua, ma per scavare nella realtà servono le competenze. La generazione precedente  o forse due generazioni fa volevano uccidere i padri, oggi i giovani cercano i padri, ma non li trovano. 

Da Olivetti a Cucinelli: l'umanesimo per arrivare al cuore della produzione 

Avere degli eterodossi, come gli umanisti, in azienda sarebbe un bel segnale e devo sottolineare che le grandi imprese; da Adriano Olivetti alla Banca Commerciale di Mattioli; dall’ ENI di Mattei alla Cucinelli di Solomeo, così come  molte altre realtà, questo lo avevano e lo hanno compreso.

Per mia esperienza personale i migliori manager che ho conosciuto erano quelli con lauree umaniste o con una cultura multidisciplinare, capaci di avere una vision aperta, una capacità di ascolto e di affrontare sfide complesse, nonché di progettare novità e reperire idee. 

Per questo i programmi di orientamento scolastico dedicati ai giovani – come il nostro “Push to open” – e i percorsi interattivi di orientamento scolastico e lavorativo per ragazzi delle medie e delle superiori; possono aiutare a far comprendere la rapida evoluzione del mondo del lavoro, e far intraprendere ai ragazzi la strada migliore rispetto alle loro capacità e passioni.