Non più previsto il bonus per baby sitter e nido in cambio del congedo parentale. Le neo mamme perdono 3.600 euro. Incentivate altre soluzioni. La misura introdotta in maniera sperimentale nel 2013 per incentivare le mamme a rientrare in ufficio dopo la nascita del figlio e che era stata prorogata nel corso degli anni dai vari governi aveva il fine di incrementare l’occupazione femminile nel nostro Paese, per far diminuire il fenomeno delle dimissioni dopo la nascita di un figlio.


La legge di bilancio del 2019 non ha prorogato la norma che consentiva alle mamme di «scambiare» il congedo parentale con un bonus fino a 600 euro mensili e per un massimo di sei mesi

Oltre 30 mila madri nel 2017 hanno lasciato il lavoro per motivi tutti riconducibili alla mancanza di supporto:

 
  • il 27% per assenza di parenti disponibili a sobbarcarsi il lavoro di cura,
  • il 7% per i costi di asilo nido e baby sitter,
  • il 2% per mancato accoglimento al nido e altre ancora per difficoltà di conciliazione.
 

Il voucher baby sitter fu varato nel 2013 dal governo Monti anche per combattere questo fenomeno. Negli ultimi anni aveva incontrato un interesse crescente: nel 2017 sono stati erogati voucher per 29,4 milioni di euro a circa 8.100 donne beneficiarie.

 

Il Dietrofront

Ora il dietrofront che vale dal 1° gennaio 2019. Da questa data infatti le madri lavoratrici non possono più presentare domanda per il bonus. Chi l’aveva già ottenuto, invece, potrà usufruirne fino al 31 dicembre 2019, con possibilità di dichiararlo entro il 29 febbraio 2020 nel Libretto Famiglia.

Attenzione ai mesi di residuo di beneficio non fruito:

Se per esempio è stato richiesto un contributo baby sitting di tre mesi (importo 1.800 euro) non bisogna mai scavallare l’importo massimo mensile consentito pari a 600 euro. Le frazioni di mese non danno infatti la possibilità di convertire il residuo in congedo volontario. Spendere 610 euro è come aver usufruito del bonus per due mesi.

 

Altri incentivi

Misura confermata, invece, ma modificata, dalla legge di bilancio per il 2019 è il cosiddetto "bonus asilo nido", per il quale le nuove richieste possono essere inoltrate all'Inps.

Rispetto alla formula introdotta nel 2016, si tratta di un cambiamento migliorativo per gli utenti: il contributo per il pagamento delle rette di asili nido pubblici e privati - o di forme di assistenza domiciliare (in caso di gravi patologie) - per i bimbi sotto i tre anni (nati dal 1° gennaio 2016) sale da 1.000 a 1.500 euro.

Resterà tale dal 2019 al 2021 (la legge di Bilancio ha aumentato di 40 milioni la dotazione sul 2020). Essendo erogato su 11 mensilità (in caso di frequenza all'asilo per questi mesi), arriva a un massimo di 136,37 euro al mese.

 

Come presentare la domanda

Per presentare la domanda, i genitori dovranno allegare sul portale Inps la documentazione che testimoni il pagamento almeno della retta relativa al primo mese di frequenza.

Per l'assistenza domiciliare invece si richiede l'attestazione da parte di un pediatra. L'Istituto ha una app per facilitare l'invio della documentazione di avvenuto pagamento delle rette, in base alla quale viene mensilmente erogato il contributo.

Chi accede a questa forma di contributo, è bene ricordarlo, non potrà portare in detrazione fiscale le spese legate alla frequenza degli asili nido (il 19% di quanto speso fino a 630 euro). Teoricamente, non era neppure cumulabile con il voucher baby-sitting, che però non è stato rinnovato.

 

Assegno di natalità (bonus bebè) più generoso dal secondo figlio

Anche il cosiddetto bonus bebè (propriamente è l'assegno di natalità) resta in piedi, con la novità di una maggiorazione del 20 per cento del sostegno a partire dal secondo figlio in avanti.

Questo contributo - da richiedere entro 90 giorni dalla nascita del figlio o dall'ingresso nel nucleo familiare di un bambino o una bambina affidati o adottati - è collegato al reddito.

In caso di un ISEE minorenni inferiore ai 7mila euro, la misura è di 1.920 euro e scende invece a 960 euro in caso di indicatore del reddito equivalente fino a 25mila euro. Il pagamento dell'assegno è mensile.

 

Premio alla nascita e congedo per i papà

Tra le altre forme di supporto, si possono ricordare infine una ulteriore conferma e una modifica. Il bonus "mamma domani", il premio alla nascita da 800 euro destinata alle donne al settimo mese di gravidanza o alle adozioni e affidamenti, resta in vigore. Per quanto riguarda invece il congedo per i papà (anche in questo caso, non si parla solo di nascita ma anche di adozioni e affidi), sale da quattro a cinque giorni e resta ferma la sua fruibilità entro i cinque mesi di vita del figlio. Confermata la possibilità di fruire di un giorno di congedo facoltativo, in alternativa a quelli della madre.

Bando #Conciliamo 2019

Per le aziende che volessero contribuire attivamente alla conciliazione vita-lavoro dei loro dipendenti, è attivo il bando #Conciliamo. È possibile, fino al 15 ottobre, fare domanda per ottenere finanziamenti per promuovere iniziative di welfare su misura per le famiglie. Scopri come Jointly può aiutarti a partecipare al bando!