In Italia il reato di “Condotte Persecutorie”, comunemente chiamato Stalking, è regolato dall’art. 612 Bis del Codice Penale.

I casi di Stalking più frequenti riguardano comportamenti ai danni di donne, ex partner o personaggi famosi, non mancano tuttavia casi di condanna per comportamenti tenuti ai danni di vicini di casa, colleghi di lavoro o perfetti sconosciuti. Lo Stalking è infatti un reato comune che può essere commesso da chiunque contro chiunque.

Cos’è esattamente lo STALKING?

 

Secondo la legge commette reato di "atti persecutori" ( o Stalking) chiunque con condotte reiterate,

  • Minaccia o molesta qualcuno in modo da causargli un perdurante e grave stato di ansia o di paura
  • Genera nella vittima il fondato timore per l'incolumità propria, di un prossimo congiunto o di persona legata a questa da relazione affettiva,
  • Costringe la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita.

La protezione offerta dalla legge si estende dunque alla vittima principale e ai suoi familiari o amici. Si avrà un’ipotesi di reato ogni volta che dai comportamenti persecutori deriverà per la vittima una limitazione della libertà fisica o morale; o il timore di veder compromessa la propria incolumità ovvero la violazione della tranquillità psichica o della riservatezza.

Perché esista il reato è necessaria la pluralità delle condotte persecutorie, un unico evento non è sufficiente ed è anche necessario che queste condotte siano idonee a cagionare nella vittima una delle tre conseguenze sopra elencate.

Un unico episodio di aggressione potrà dunque integrare un altro reato ma non il delitto di Stalking, che è un reato abituale.

I comportamenti persecutori:

Essi possono assumere le forme  più varie: oltre ad aggressioni verbali in pubblico, a comportamenti diffamatori nell’ambiente sociale o lavorativo della vittima, a danneggiamenti o imbrattamenti di beni di sua proprietà, possono integrare il reato di Stalking anche le ripetute telefonate, l’invio di reiterati messaggi tramite qualunque mezzo, la pubblicazione sui social di foto o video minacciosi o ingiuriosi, le minacce portate in qualsiasi forma, anche simbolica, indirizzate alla vittima o ai suoi congiunti.

Vi sarà condanna quando le azioni persecutorie siano giudicate dal Tribunale idonee ad aver  generato -ragionevolmente -  nella vittima uno dei tre effetti sopra indicati:

  • L'alterazione delle sue abitudini di vita,

  • Il perdurante e grave stato di ansia, paura o destabilizzante della serenità e dell’equilibrio psicologico,

  • Il fondato timore per l'incolumità propria o di altra una persona cara.

Ai fini della prova del reato valgono sia le dichiarazioni della persona offesa che i concreti comportamenti da questa assunti in conseguenza delle azioni delittuose, sia le testimonianze dei terzi.

 

Come reagire quando si è vittima di Stalking?

Occorre sapere che il reato è punito su querela (d’ufficio se ci sono le aggravanti) e che il termine per proporla è di sei mesi dall’evento dannoso; vale a dire il momento in cui i comportamenti persecutori hanno provocato la modifica nelle abitudini di vita della vittima, o il perdurante stato di ansia o timore o paura.

Il Giudice cui viene trasmessa la querela, può immediatamente disporre misure cautelari di protezione della vittima, ben prima del  processo.

 

Misure di protezione e di ammonimento: 

Le misure di protezione possono assumere diverse forme: dal divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa ed eventualmente dai suoi familiari; al divieto di comunicare con la vittima con qualsiasi mezzo, sino alla custodia in carcere nei casi più gravi.

Prima di proporre querela allo scopo di prevenire l’aggravarsi degli atti persecutori, quando il reato non sia ancora del tutto integrato, la vittima può ricorrere alla procedura di ammonimento.

La procedura si articola in tre fasi:

  1. La richiesta al Questore dell’ammonimento,
  2. La valutazione da parte del Questore,
  3. La decisione di accoglimento o rigetto della richiesta.

Ove ci sia l’accoglimento della richiesta, l’Ammonimento verrà fatto verbalmente allo Stalker dall’Autorità di Pubblica Sicurezza; sarà motivato e comprenderà la diffida a proseguire nei comportamenti persecutori .

Se l’ammonimento non verrà rispettato, in caso di condanna la pena verrà aumentata e il delitto diventerà procedibile d’ufficio.


Quando ci si ritenga vittime di Stalking, la tempestività della reazione è dunque importante; i comportamenti aggressivi non vanno sottovalutati, occorre la consapevolezza che non si è soli e che i Commissariati di Pubblica Sicurezza sono un punto di riferimento attivo. La valutazione ed il consiglio di un avvocato potranno essere utili per per difendersi nel modo più rapido ed efficace.


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ARTICOLO SCRITTO E CURATO DALL’AVV. ANNUNZIATA VANACORE: Avvocato civilista, esperta in diritto dei contratti e responsabilità civile; diritto di famiglia e dell’eredità; diritto della proprietà e del condominio. Professionista iscritta all’Albo degli Avvocati di Milano e consulente Jointly.