Prosegue il percorso di approfondimento sulla comunicazione interna aziendale iniziato lo scorso 20 settembre sul nostro portale. Lo facciamo con Filippo Poletti, autore del “Tempo di IoP: Intranet of People”. A lui, giornalista, comunicatore d’impresa e influencer su LinkedIn sui temi del lavoro, abbiamo chiesto di guidarci, in questa seconda puntata, alla scoperta dei temi da affrontare nel nostro piano editoriale.   Di cosa parliamo: Come la nostra azienda c’è solo la nostra azienda Caposaldo 1: promuoviamo il bene comune Caposaldo 2: coltiviamo il dialogo aperto Caposaldo 3: sosteniamo la formazione continua Caposaldo 4: puntiamo sul welfare o benessere dei collaboratori Caposaldo 5: facciamo nostri i principi dell’economia circolare Gli altri articoli sulla comunicazione e la Rassegnalavoro Come la nostra azienda c’è solo la nostra azienda Come la nostra impresa c’è solo la nostra azienda, perché i nostri colleghi, in quanto persone, sono unici. Il valore più grande della rete interna è dare visibilità a tutti i collaboratori, facendoli uscire dal cono d’ombra: il futuro si costruisce con la condivisione dei valori, degli obiettivi, dell’impegno e della passione. A questo deve contribuire la comunicazione interna.   Caposaldo 1: promuoviamo il bene comune Promuovere l’unità è una missione anche della comunicazione interna. Possiamo farlo, com’è accaduto in Siare Engineering o in altre realtà, per fabbricare migliaia di respiratori e mascherine facciali, favorire l’adozione di nuove misure igienico-sanitarie o raccogliere fondi. Oppure, in ogni tempo e posto d’impiego, per sostenere l’unità nella diversità, stimolare la diffusione di strumenti di coesione come le ferie solidali e sostenere iniziative di volontario. Il lavoro cammina, come sempre, sulle gambe delle persone. Per questa ragione la comunicazione interna deve rivolgere la sua attenzione alla promozione del lavoro inteso come un diritto di tutti e, allo stesso tempo, uno strumento di progresso sociale.   Caposaldo 2: coltiviamo il dialogo aperto Il secondo caposaldo, altrettanto importante, è rappresentato dal dialogo aperto. Il presente della comunicazione ha un cuore antico, anzi antichissimo. Per rintracciarne le radici filosofiche possiamo rivolgere il nostro sguardo al passato, all’Atene del IV secolo a.C. Fu allora che Platone sposò, nei suoi 34 dialoghi, il metodo del confronto. Il filosofo, allievo di Socrate, scelse la forma della conversazione per esporre il suo pensiero: era convinto che la conoscenza potesse essere raggiunta solo così. Lo fece dire con chiarezza allo stesso Socrate quando, a colloquio con il maestro di eloquenza Gorgia di Leontini, sentenziò: «Che tipo di uomo sono io? Io sono di quelli che si lasciano confutare volentieri quando dicono una cosa non vera e volentieri, a loro volta, confutano se qualcun altro non dice la verità, ma che peraltro amano essere contestati non meno di quanto provano piacere nel contestare gli altri». Nulla di più moderno, potremmo commentare. È sempre meglio parlarsi. Facciamolo anche con la comunicazione interna, aperta a tutti i collaboratori.   Caposaldo 3: sosteniamo la formazione continua Se le prime due colonne portanti della intranet sono l’unità e il dialogo, la terza è la formazione. Come ha spiegato Isabella Covili Faggioli, presidente nazionale di AIDP, l’Associazione italiana per la direzione del personale, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, la digitalizzazione dei processi aziendali in ottica di miglioramento continuo non è solo una questione tecnologica, ma strategica: i progressi dell’intelligenza artificiale e quelli fatti nel campo dei big data e del cloud investono tutti i professionisti. Per questa ragione servono nuove competenze che migliorino la nostra capacità di gestione dei progetti e dei processi aziendali. In questo processo di miglioramento continuo la comunicazione interna ha un compito fondamentale: può, infatti, promuovere l’utilizzo di una piattaforma di learning management, dove mettere in comune gli strumenti necessari per affrontare il presente e il futuro, cogliendone le opportunità. Chi non si forma si ferma: può essere questo il payoff della sezione dedicata all’aggiornamento della rete interna aziendale.   Caposaldo 4: puntiamo sul welfare o benessere dei collaboratori Tema altrettanto importante è quello del welfare. Mai come oggi il benessere è indicato come il bene più prezioso della nostra vita, sia privata che professionale. Nel patto di lavoro sono compresi lo scambio tra la prestazione e il salario così come quello tra la prestazione e il benessere nella sua accezione più ampia. Al pari dei soldi i beni, i servizi e la libertà nell’utilizzo del tempo contribuiscono a fare la felicità dei lavoratori. È alle risposte più adatte a soddisfare le necessità dei collaboratori che deve guardare la comunicazione interna, presentando giorno dopo giorno i progressi raggiunti in questo ambito. Il migliore posto di lavoro fa i conti con la vita reale per produrre benessere equo, diffuso e sostenibile.   Caposaldo 5: facciamo nostri i principi dell’economia circolare Ultimo grande pilastro della comunicazione interna è la sostenibilità aziendale nella sua accezione più ampia. Lo hanno capito diverse aziende che hanno fatto proprie le sfide della sostenibilità, ottenendone in cambio benefici reali e potenziali sul fronte dell’occupazione, della competitività, dell’innovazione e della tutela dell’ambiente. Le imprese, come dicevamo, sono fatte di persone: la responsabilità sociale d’impresa o corporate social responsibility, intesa nella sua accezione più ampia, è parte integrante della cultura aziendale nella misura in cui tutti i collaboratori sono coinvolti mediante la comunicazione interna.   Gli altri articoli sulla comunicazione e la Rassegnalavoro Nel corso dei prossimi articoli rifletteremo sulla piattaforma da usare per la intranet, sulla pianificazione dei contenuti da fare e sulla governance da adottare nella gestione quotidiana. Buona condivisione: per chi vuole approfondire le tematiche del lavoro può navigare sul portale Rassegnalavoro.