The Circle: trama del film 

Scritto e diretto da James Ponsoldt e distribuito nel 2017, The Circle è un film è tratto dal romanzo di fantascienza “Il cerchio” di Dave Eggers e si presta molto ad un’analisi didattica sui temi organizzativi e manageriali. La protagonista è una ragazza, Mae Holland (Emma Watson), che lavora in un call center anche per dare un aiuto ai genitori: il padre di Mae è infatti malato di sclerosi multipla. Una sua amica, Annie, manager di The Circle, una società che fornisce tecnologie avveniristiche e social media sempre più sofisticati, la invita a fare la selezione nella sua azienda dove verrà assunta come contact telefonico dei clienti.

L’azienda è un magnifico complesso con aree di svago, benessere e dove si organizzano momenti collettivi.

Ogni venerdì, Balley, uno dei soci fondatori, mostra i nuovi progetti come l’ultima novità: una telecamera piccola e facilmente mimetizzabile che invia immediatamente le immagini registrate a tutto il mondo. Per Balley aumenta la conoscenza di tutti anche di chi non può muoversi da casa, ma senza alcuna limitazione sulla privacy personale. Una gita in kayak sul lago fatta da Mae in completa solitudine senza l’utilizzo della telecamera è mal vista dai vertici della azienda e Mae capisce di dover sottostare alle regole aziendali. Un suo amico refrattario ai social, Mercer, fa notare a Mae di non uscire dal campus da mesi e di essere plagiata, mentre Mercer viene considerato dai colleghi un amico da evitare perché fa una strana collezione di corna di cervo. Ma Mae è totalmente affascinata dalla nuova realtà, anche perché usufruisce di una assicurazione sanitaria estendibile anche ai genitori, un grosso aiuto per lei.

Mae conosce ad una festa sociale Kalden, inventore di questo social, il quale sta allontanandosi da questo mondo super controllato e gli fa scoprire i sotterranei aziendali dove vi sono tutti i server con informazioni dettagliate su tutti gli iscritti ai social.

Mae una notte viene salvata dai droni mentre stava affogando in una gita in kayak.  Accetta da quel momento in poi di portare una telecamera addosso. Questa vicissitudine fa salire le quotazioni di Mae nella sua società e lei diventa relatrice nelle convention del venerdì dove lei stessa presenta un nuovo utilizzo del social: il Soul Search un programma in cui si può scovare anche un assassino grazie agli iscritti al social di tutto il mondo. E il nome della ricercata lanciato attraverso il social dà la possibilità di rintracciare effettivamente l’assassina. Nella Convention successiva però i colleghi indicheranno Mercer come persona da rintracciare con il Soul Search. Mae sotto la pressione dei capi accetta. Mercer cerca di fuggire una volta capito che è ricercato. Alcuni iscritti ai social attaccano un video delivery all’auto che gli fa perdere il controllo della vettura, precipitando da un ponte. Mae, scossa da questa disgrazia, decide di tornare a casa, ma comprende le potenzialità del mezzo e ritorna in azienda, obbligando i responsabili della società a farsi attaccare un video delivery sul petto. Con l’aiuto di Kalden smaschera le vere intenzioni dei responsabili che erano quelle di controllare tutti senza essere controllati loro, facendo di Mae quasi un’eroina, l’eroina del cambiamento nella azienda.  

Dagli schermi all’aula: Il Welfare è un boomerang se non accompagnato dal People Caring

Film che si presta a varie interpretazioni in aula: l’omologazione e una cultura di impresa che elimina le diversità può portare a distorsioni forti in una organizzazione. Questo soprattutto laddove non esistono punti di controllo interni ed autonomi, con il rischio di far precipitare il tutto in una situazione incontrollabile.

Politiche di people caring di facciata, che non incidono effettivamente sul benessere delle persone, risultano essere dei veri e propri boomerang per l’organizzazione. Avere codici etici, valori e internal audit capaci di indirizzare l’organizzazione sono elementi fondamentali. Laddove non c’è dibattito, ma si è sottomessi ad un vertice non dialogante e che non ascolta, vi è il rischio, se non la sicurezza di fallire i propri obiettivi.


’ll cinema e i suoi film entrano spesso nelle aule di formazione. È più d’impatto di un corso, più divertente di un libro, più rapido di uno stage. ll film adatto può darci l’idea giusta, regalarci una consapevolezza. Questa idea, sperimentata personalmente anche dal sottoscritto, con un successo quasi insperato all’inizio del percorso formativo, ha avuto risvolti positivi anche sull’engagement e la motivazione delle persone. Naturalmente i film vanno concordati con ogni azienda, perché si devono proiettare i film che esprimono i valori e le connessioni più coerenti con le finalità e le necessità aziendali” Fabio Galluccio
Vuoi confrontarti direttamente con Fabio Galluccio per proporre un progetto su Cinema e Impresa nella tua azienda? Scrivi pure alla mail: fabio.galluccio@jointly.pro
Bibliografia e suggerimenti
Un libro che può essere utile a tal fine è “ Nuovi schermi di formazione – I grandi temi del management” di Dario D’Incerti, Massimiliano Santoro e Giuseppe Varchetta, edizione Guerini Associati.