In questo ultimo anno il tema del benessere psicologico ha certamente conosciuto una popolarità e un’attenzione mediatica mai raggiunta prima. Il Covid-19 ha infatti impattato ben oltre la salute fisica, andando a modificare gli stili di vita e le abitudini, con un impatto psicologico che non può essere ignorato. Al di là della situazione contingente, è tuttavia necessario comprendere quanto effettivamente la dimensione della salute psicologica incida sulle persone e le aziende, al fine di prenderla in carico oggi, ma non abbandonarla domani. Per farlo, niente appare più utile che partire da alcuni dati e, in particolare, da quello che l’OMS ci dice essere il costo globale della salute mentale dovuta alla perdita di produttività, alle assenze e al turnover dei talenti: ossia 2.500 miliardi di dollari l'anno. Se questa cifra non fosse sufficiente a comprendere l’urgenza di iniziative rivolte al benessere psicologico in azienda, basti pensare alla previsione che fa il World Economic Forum al 2030, che prevede che entro quell’anno si arriverà addirittura a 6.000 miliardi di dollari annui.   Andare oltre i dati: il lato umano Da un lato le cifre e i costi, quindi, ma dall’altro? Cos’altro si perde a non mettere al centro il benessere psicologico? Si perde la possibilità di intercettare talenti, trattenere persone di valore, creare un ambiente di lavoro sano e inclusivo, offrire iniziative concrete di supporto alle persone, garantire spazi sicuri in cui esprimere emozioni e vissuti. In una parola: si perde valore, qualsiasi sia la sua forma. Uno studio Italiano, condotto da BVA-Doxa, riporta che quasi il 40% dei lavoratori e delle lavoratrici non si sente libero di parlare del proprio malessere sul luogo di lavoro, una percentuale alta, soprattutto se rapportata al fatto che 1 under 34 su 3 ha lasciato una precedente posizione lavorativa proprio per motivi legati alla salute psicologica. Quante sono le aziende in cui alzare la mano e dire “io vado dallo psicologo” è ancora un tabù? A giudicare dai dati, troppe. A contribuire a questo scenario, c’è sicuramente il fatto che il supporto psicologico è ancora oggi visto come prerogativa di chi sta male, piuttosto che uno strumento utile anche a coloro che vogliono migliorarsi, conoscersi o potenziare le proprie risorse e competenze trasversali e di vita.   La salute psicologica per un’azienda sostenibile Per comprendere quanto questo habit mentale sia radicato, basti pensare alla salute fisica: è normale prendersi cura di sé mangiando sano e/o praticando sport, anche in assenza di patologie. Lo stesso non si può dire della salute psicologica: andare dallo psicologo è ancora troppo spesso legato a una sintomatologia o a uno stato di malessere. Non siamo abituate e abituati a prenderci cura della nostra mente, ad allenarla, a nutrirla. Eppure la salute psicologica, esattamente come quella fisica, è un diritto. Affermare ciò, significa pertanto abbracciare tanto il malessere quanto il benessere, aspetto che si traduce, per le aziende, nel contribuire, attraverso cultura, iniziative e conversazioni, a normalizzare e includere la salute mentale nei luoghi di lavoro. Un’azienda che si prende cura delle proprie persone, infatti, si impegna non solo a contribuire alla salute e al benessere di chi sta male, ma anche a potenziare le risorse di chi sta bene, affinché possa continuare a stare bene. Solo quando le persone sono pienamente felici lavorano meglio. E quando le persone lavorano meglio, le aziende crescono.   La salute psicologica per le persone che abitano le aziende Quali possono essere, allora, i servizi dedicati alle persone che lavorano in azienda e che magari vogliono conoscersi meglio, superare una criticità o potenziare le proprie soft skill? Il supporto psicologico è un ottimo strumento per prendersi cura di sé ed è per noi la risposta più attuale e strategica a questa domanda. Come Mindwork offriamo infatti un servizio di consulenza psicologica in videochiamata che mette a disposizione l’esperienza e le competenze di un network di psicologi e psicoterapeuti selezionati e specializzati in diversi settori. Crediamo che stare bene passi tanto dalla sfera personale, quanto da quella professionale, motivo per cui abbracciamo i diversi ambiti di vita, lavorando non solo sul malessere, ma anche, e soprattutto, sul benessere. Destigmatizzare il benessere psicologico nei luoghi di lavoro non è solo la nostra mission, ma la strategia che riteniamo più efficace per mettere in circolo quel valore che la salute psicologica può – e deve avere – per le aziende e le sue persone. In questo, la cultura organizzativa gioca un ruolo fondamentale: ecco perché lavoriamo, già da prima della pandemia, con gli HR Leader di medio-grandi aziende, nazionali e internazionali, nella definizione di una mental health strategy di cui la possibilità di supporto ai dipendenti è solo una delle dimensioni. Iniziative di formazione e psicoeducazione, supporto alla comunicazione interna ed esterna e attività di follow-up ci consentono di “parlare” all’intera popolazione organizzativa, mettendo in luce come una strategia integrata permetta all’azienda di operare quel cambio di paradigma necessario per attingere al valore nascosto nel benessere psicologico.   Dott.ssa Biancamaria Cavallini Psicologa del lavoro, Customer Success Manager di Mindwork Mindwork affianca le aziende e gli HR per offrire counseling psicologico e coaching in videochiamata a tutti i propri collaboratori, per migliorare il benessere e de-stigmatizzare la salute mentale al lavoro. Mindwork sostiene il benessere psicologico delle persone di medie e grandi aziende multinazionali, operando in diverse lingue.