Oggi il Sole 24 Ore pubblica un interessante approfondimento sul “Welfare e Benefit per i lavoratori”. La riflessione che vogliamo condividere con voi è cosa sia davvero il welfare aziendale oggi, al di là dei dettagli normativi e fiscali. E cosa rappresenti per le aziende in questo periodo di forti cambiamenti, dentro e fuori il contesto organizzativo. Confrontandoci con le aziende del nostro network lo spunto più ricorrente è che oggi il welfare riflette il DNA di un’azienda, é uno strumento strategico per tradurre i propri valori in azioni concrete, rafforzando il patto di fiducia e l’engagement dei propri collaboratori.

Aiutare un collaboratore a prendersi cura di un genitore anziano o ancora come ha detto ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi  “permettere alle donne di dedicare alla carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia e lavoro” è un impegno - più o meno oneroso - per un’azienda, ma è anche un investimento nel proprio futuro, in quello delle proprie persone. E una scelta di sostenibilità e di responsabilità verso tutti gli stakeholder coinvolti, al di là del concetto di dipendenti e fornitori.

Ma ancora oggi c’è confusione e qualche volta ambiguità tra un piano di welfare aziendale e la concessione di benefit, e tra i diversi tipi di erogazione, tra buoni e voucher, piattaforme e servizi ad hoc. Un piano di welfare aziendale - spesso condiviso con le parti sociali - è più complesso da strutturare, ma consente di analizzare e rispondere ai bisogni dei collaboratori in maniera puntuale e completa.  E’ più facile concedere benefit o strumenti di welfare standardizzati, seguendo più le agevolazioni fiscali connesse che non l’utilità intrinseca e a lungo termine. Ma l’investimento - la fatica e la passione - pagano: quando è ben strutturato, può aumentare l’engagement del 30% in base ai dati che abbiamo raccolto. E chi ha detto che il welfare sia solo voucher o piattaforma? Ci sono anche una serie di servizi più specifici, personalizzati in base alla popolazione aziendale, che non sono su una piattaforma proprio perché non sono standardizzati, ma che hanno un grande valore aggiunto. Oltre ad essere defiscalizzabili. Non c’è una scelta giusta e una sbagliata, dipende dal grado di maturità aziendale e dalle sue strategie di gestione del capitale umano. Occupandoci da molti anni del tema, ci piace raccontare “l’altra faccia del welfare” , quella meno immediata,  ma anche più vicina e gratificante per le persone, quella non standardizzata, diversa per ogni cliente in base alle sue esigenze specifiche.