La tecnologia e il gaming alleati del benessere psicofisico

Salute psico-fisica ai minimi sul lavoro

Tra fine delle vacanze e – per molti – fine della possibilità di smart working in settembre siamo tutti chiamati a riorganizzare, un’altra volta, la nostra vita personale e professionale. Quali saranno le ripercussioni sulla salute psico-fisica è presto per dirlo, ma nel frattempo conosciamo già alcuni degli effetti di due anni di pandemia sul lavoro: in base ad una ricerca dell’ Osservatorio HR Innovation Practice della School of Management del Politecnico di Milano, solo un professionista su dieci (9%) ha una buona salute fisica, sociale e psicologica.

E l’aspetto più critico è proprio quello psicologico: quasi la metà (40%) hanno avuto almeno un’assenza nell’ultimo anno per malessere emotivo, con difficoltà a riposare bene o con sintomi di insonnia (55%). Questa situazione di disagio porta con sé una diminuzione del livello di engagement: i lavoratori pienamente “ingaggiati” sono solo il 14%, con una riduzione significativa rispetto al 2021 (20%), e pochi sono quelli che si sentono davvero inclusi e valorizzati all’interno dell’organizzazione (17%).

I dati internazionali della ricerca di Oracle e Workplace Intelligence confermano il peggioramento del benessere psicologico (78%) della forza lavoro globale. Tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità sta mettendo a punto con Stork Limited, sviluppatore della popolare app di avventura  e gioco in fattoria Goodville, una nuova app che attraverso un personaggio di gioco virtuale aiuta a raggiungere e mantenere il benessere fisico ed emotivo.  

 

Uno snodo da affrontare

Questo malessere è uno snodo critico che le aziende faticano però a riconoscere: solo nel 5% dei casi – documenta il Polimi - viene considerano un aspetto problematico. E faticano quindi ad affrontare: nonostante gli investimenti a supporto delle iniziative HR, anche digitali, continuino a crescere (+5%), in realtà in Italia sono principalmente indirizzati ad attrarre nuovi candidati, mentre poche aziende (14%) utilizzano i dati a loro disposizione per aumentare il benessere dei lavoratori, l'engagement e l'impiegabilità.

Ma il problema non è procrastinabile, e a livello interazionale si stanno già moltiplicando le iniziative, che per essere più coinvolgenti ed efficaci spesso sono in forma digitale, disponibili sui propri device e in alcuni casi hanno la forma di veri e propri giochi, la così detta gamification

 

La tecnologia alleata della “lifestyle medicine” 

Oltre oceano l’approccio emergente è quello della lifesyle medicine o “medicina dello stile di vita”: un approccio olistico al benessere, basato sull'evidenza che per prevenire e curare malattie e disturbi psico-fisici bisogna partire dalle cause che li hanno creati, educando con la tecnologia interattiva ad avere comportamenti salutari.

Anche a causa della pandemia, nel 2021 le app e i dispositivi per il benessere sul posto di lavoro sono aumentati del 156% e il dibattito è aperto su come e quanto possano contribuire a migliorare la qualità di vita dei collaboratori, con feedback e coaching continui su alimentazione, sonno, esercizio fisico, gestione dello stress, riduzione dei comportamenti a rischio e connessione sociale.

Le aziende sembrano crederci, basti pensare alla app TakeCare Level30 creata dal gruppo alberghiero Marriott, che utilizza la gamification per creare comportamenti positivi nella routine quotidiana del personale con la convinzione – come ha spiegato in un’intervista Francisca Martinez, Chief Human Resources Officer per EMEA – “la base del nostro successo dipenda dal benessere dei nostri associati”. O ai gruppi di corsa del produttore automobilistico Stellantis, dove i collaboratori possono condividere i dettagli della loro attività e si scambiano premi virtuali.

Tecnologia e divertimento spesso sono la chiave vincente nei programmi di welfare e wellbeing, anche perché in molti casi chi si trova in un momento di difficoltà preferisce –in base alle evidenze raccolte -  rivolgersi a “bot” potenziati dall’Intelligenza Artificiale, invece che ad altre persone.

In Italia tra i pionieri di questa nuova frontiera del wellbeing c’è Neocogita azienda innovativa - e partner di Jointly - che fornisce servizi e prodotti specializzati nel campo del fitness cognitivo e del benessere mentale.  Nata a Rovereto, dove tra le montagne si trova anche uno dei principali poli attrattivi in Europa per le neuro tecnologie il Cluster NeuROValley, l’idea di Giorgio Casoni, CEO & Founder di Neocogita è in sintesi di creare un sistema di benessere personale data driven, partendo da una app o un sensore indossabile che permettono di rilevare eventuali criticità nel proprio stile di vita (stress, recupero, attività fisica, sonno) per poi impostare un percorso specifico - proprio come un allenamento di fitness - per potenziare le abilità cognitive (brain), potendo scegliere di lavorare anche sullo stato emotivo  (mind & brain) o sulla mindfulness.

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Anna Zavaritt - giornalista e contributor Jointly