Chi è la Person of Trust, di che cosa si occupa e quali valori aggiunti può portare all’azienda: l’abbiamo chiesto all’avvocata Lara Benetti, Person of Trust di Jointly. 

Che tipo di figura professionale è la Person of Trust?

La Person of Trust è una figura di provenienza esterna all'organizzazione, che agisce in piena autonomia e indipendenza, nel rispetto dei fondamentali principi di correttezza, imparzialità e riservatezza. Sono proprio queste caratteristiche peculiari, unite alla capacità di ascolto e all'empatia, che la rendono un'interlocutrice privilegiata in ogni situazione di potenziale o reale prevaricazione che si realizza all'interno dell'ambito lavorativo.

La Person of Trust, infatti, è in grado di superare le naturali ritrosie – dovute ad esempio dal timore delle conseguenze, dalla vergogna, dalla sfiducia nelle possibili soluzioni – che normalmente ostacolano l'emersione del fenomeno all'interno delle singole realtà aziendali. 

Di che cosa si occupa e quali valori promuove la Person of Trust all’interno di un’azienda come Jointly?

Oltre al compito dichiarato di fornire consulenza e assistenza a chi denuncia di essere vittima di discriminazione, di molestia psicologica o sessuale ovvero di mobbing, la Person of Trust esercita l'essenziale funzione di prevenire ogni forma di violenza, attraverso la costante attività di ascolto, informazione e formazione, al fine di promuovere un clima organizzativo idoneo ad assicurare la pari dignità e libertà delle persone, favorendo in tal modo anche il benessere lavorativo.

La Person of Trust può anche formulare pareri in relazione alle problematiche in campo relazionale conosciute nell'esercizio della propria funzione, partecipare alla redazione, integrazione e divulgazione del codice etico, per diffondere i valori in cui l’azienda si riconosce, creare una cultura antidiscriminatoria e predisporre un codice di condotta con regole chiare e definite.

 
Perché avere una Person of Trust può rivelarsi una scelta distintiva per una PMI?

Nominare una figura esterna con competenze specifiche sul tema significa essere interessati realmente all'emersione e alla gestione di casi di violenza, discriminazione e molestia sessuale o ambientale, significa dotare la propria azienda di uno strumento efficace sia in chiave di prevenzione che in ottica di supporto qualora si verifichino casi di violenza. 

Il sostegno viene fornito non solo alla vittima del comportamento, ma anche all'autore del medesimo, che può anche essere inconsapevole, e infine all'azienda stessa, che spesso non ha, al proprio interno, gli strumenti, il tempo e la competenza per gestire situazioni "patologiche", cioè che esulano dalla naturale fisiologia delle relazioni interpersonali.

In Jointly ho sentito forte sia il desiderio di confrontarsi sul tema, senza il rischio di essere giudicati o ridicolizzati, sia il bisogno di dotarsi di regole chiare e procedure formali in via anticipata rispetto alla realizzazione di episodi concreti, per non rischiare di gestire situazioni potenzialmente lesive e destabilizzanti sull'onda dell'impatto emotivo che potrebbe generarsi su tutto l'ambiente lavorativo.

 

Che cosa hai notato nel percorso di costruzione del codice etico in Jointly?

La costruzione del Codice Etico in Jointly, che ha visto l'impegno di una decina di volontari particolarmente sensibili al tema, ha permesso di approfondire il reale significato dello "star bene" al lavoro, di individuare quali siano i valori in cui tutti si riconoscono e quali siano i limiti alle libertà dei singoli.

Ha reso possibile la co-costruzione di uno spazio virtuale comune nel quale riconoscersi e sentirsi protetti da confini da loro stessi tracciati. Ha consentito di approfondire la conoscenza e la comprensione degli altri, di accettare opinioni e pensieri difformi dai propri nell'ottica di costruire un massimo comune denominatore nel quale riconoscersi come gruppo.

E, ultimo ma non ultimo, ha portato alla creazione della Jointly Crew all'interno dell'azienda: ambassador aziendali che saranno i garanti dei principi espressi nel codice etico, contribuendo alla continua diffusione dei medesimi tra i colleghi, vecchi e nuovi.

Potremmo dire che ha costituito un esempio virtuoso di integrazione e cooperazione, creando un ambiente di reale empatia ed apertura verso gli altri, estraneo alle discriminazioni e a qualunque forma di prevaricazione.