Un percorso scolastico positivo è determinato da molteplici fattori integrati fra loro: scopriamoli insieme

Per educare bambini e ragazzi serve la collaborazione di un’intera comunità educante, con un ruolo di primo piano affidato a scuola e famiglia. Il coinvolgimento dei genitori nella vita scolastica si è ampliato grazie anche a una rinnovata genitorialità che vuole partecipare a tutti i passaggi di crescita dei propri figli come cittadini consapevoli.

Quali sono i fattori determinanti per un percorso scolastico positivo?

Un percorso scolastico positivo è determinato da molteplici fattori integrati fra loro: la motivazione, la competenza emotiva, il supporto e l’atteggiamento genitoriale, gli stili di apprendimento preferiti, il metodo di studio che gli studenti utilizzano. 

Conoscere gli aspetti che possono influenzare una riuscita scolastica soddisfacente risulta essenziale per supportare i figli in questo cammino: il piacere di frequentare la scuola nasce in primis da un ambiente familiare sereno e propositivo.

 

1. La motivazione

Possiamo definire la motivazione la spinta che porta un individuo a raggiungere determinati obiettivi. Alcuni aspetti psicologici sono alla base della motivazione sin dalla prima infanzia e rappresentano gli assi sui quali lavorare per aiutare il bimbo ad essere più stimolato nelle azioni che sta intraprendendo, con particolare riferimento agli apprendimenti scolastici e a casa nello svolgimento dei compiti assegnati. 

La motivazione, se è intrinseca, ovvero proveniente da spinte interiori, dove viene ricercata la soddisfazione concentrandosi sul coinvolgimento del compito, aiuta il bambino a raggiungere gli obiettivi prefissati, a sviluppare una prospettiva positiva nello studio, a generare la forza di cambiare e la stima di sé e delle proprie capacità, a gestire il proprio sviluppo personale.

 

2. La competenza emotiva

Nel processo di apprendimento, la componente emotiva è stata per molto tempo tralasciata: grazie a numerose ricerche condotte, questa prospettiva è stata superata. Per poter essere assimilato, rielaborato, ricordato, ogni apprendimento deve creare un ricordo emotivo. I bambini e i ragazzi di oggi, vivono in una società sommersa da informazioni, ipertecnologica, estremamente veloce, complessa e mutevole. Impegnati non solo a scuola, ma in molte altre attività extra, tendono ad imparare in modo meccanico, percependo di avere poco tempo a disposizione. Tutto questo richiede un notevole sforzo mentale e a lungo andare può generarsi frustrazione; l’accumulazione di conoscenze non aiuta a preparare la loro mente, tanto più in un’epoca come la nostra, incerta e dove molti concetti risultano superati e quindi obsoleti. Imparare a costruire un ambiente basato su un clima emotivo positivo ed aperto al dialogo è un elemento essenziale per sviluppare un senso d’identità, mantenendo viva la curiosità e il desiderio di mettersi in gioco a cominciare dal contesto famigliare.

 

3. Atteggiamenti genitoriali

Il ruolo dei genitori è rilevante, poiché sono le prime figure che possono trasmettere ai figli emozioni ed atteggiamenti fondamentali per costruire la motivazione. Genitori positivi, che rispondono a rabbia, noia, disappunto trasmettendo fiducia, speranza, soddisfazione anticipata, aiutano bambini e ragazzi ad affrontare maggiormente sul piano emotivo il percorso scolastico. Lo stile supportivo sostiene motivazione, impegno, apprendimento e autostima attraverso l’ascolto, facendo leva sulle motivazioni esistenti, fornendo spiegazioni, rispettando i tempi ed accettando le emozioni. Al contrario, uno stile genitoriale controllante (temendo che il figlio non “faccia”, guardando più i risultati che i progressi) che fa pressione, sgrida, induce paura e sensi di colpa, produce demotivazione, disimpegno, insoddisfazione, ritiro, ansia e rabbia.

Le azioni sostenute dai genitori dovrebbero:

incoraggiare, il che non significa eccedere con le lusinghe complimentandosi con il bambino per qualsiasi cosa, anzi, l’incoraggiamento è più efficace quando sostiene un’attività che ha grande valore e nel quale il piccolo si sente davvero a suo agio. Il bimbo deve sentirsi sicuro e rassicurato per intraprendere qualcosa e riuscire. Il successo conseguito sarà frutto esclusivamente del suo impegno;

risvegliare l’interesse evitando la costrizione, poiché il senso di competenza e di efficacia rappresentano una leva eccellente della motivazione. Più il bambino si sentirà competente nei compiti che gli vengono assegnati, più facilmente si impegnerà. In caso contrario, il fatto di non sentirsi capace di realizzare qualcosa tenderà a portarlo verso strategie di allontanamento. Un controllo eccessivo e costante finirà per demotivarlo spingendolo alla noia, così come sostituirsi a lui, che lo porterà inevitabilmente a non investire in se stesso;

- evitare di focalizzare l’attenzione sui voti, sulla perfezione e non sui contenuti. Nel tempo libero, si possono sfruttare le diverse occasioni per stabilire un collegamento con quanto il bimbo ha imparato a scuola (ad esempio, in cucina, i passaggi di stato-solido, liquido, gassoso - nella materia scienze).

 

4. Gli stili di apprendimento

Ognuno di noi ha un proprio modo di imparare, un suo stile: definire questo concetto, significa prendere in considerazione la complessità del soggetto. Lo stile di apprendimento denoterebbe quindi l’insieme delle caratteristiche, degli atteggiamenti, delle inclinazioni individuali nel rapportarsi all’apprendimento, includendo la dimensione cognitiva, emotiva, affettiva, culturale e sociale. Le aree individuate si riferiscono:

– alle preferenze fisiche ed ambientali, abitudini e routine che si manifestano durante la fase di studio. Rappresentano un aspetto variabile, concreto e quotidiano del comportamento adottato e relative agli stati fisiologici, ai luoghi, ai tempi. Le preferenze ambientali includono fattori come la luce, la temperatura, il suono;

– alle modalità sensoriali, poiché ogni studente apprende in maniera diversa, secondo proprie modalità e strategie, a partire dai canali sensoriali che permettono di percepire gli stimoli che provengono dall’esterno; sono sintetizzate in visive, uditive, cinestesiche;

– agli stili cognitivi, che rappresentano i modi di elaborare le informazioni tramite le operazioni mentali (come acquisire, memorizzare, recuperare, riutilizzare) e forniscono una descrizione di come avviene questa ristrutturazione della conoscenza nella nostra mente;

– ai tratti di personalità, un’organizzazione complessa di modi di essere, di conoscere e di agire che assicura unità, coerenza, stabilità e progettualità alle relazioni dell’individuo con il mondo. Ad oggi in letteratura è largamente condiviso che la personalità sia una costruzione che occorre nel corso dello sviluppo dell’individuo attraverso continue interazioni con l’ambiente di riferimento

 

5. Metodo di studio e strategie efficaci

Il tempo dedicato a casa per lo studio e lo svolgimento dei compiti può essere visto come complementare all’apprendimento a scuola e permette di consolidare i contenuti insegnati ed allenare abilità apprese.

I genitori possono sostenere i figli nel loro percorso di crescita in relazione:

- al rispetto dei tempi, programmando una routine flessibile, individuando una fascia oraria per svolgere i compiti, suddividendo l’attività con brevi pause prefissate ed iniziando dagli esercizi più impegnativi;

- alla gestione degli spazi dove studiare (evitando zone di passaggio e limitando eventuali fonti di distrazione);

- all’organizzazione del materiale (come il diario, l’astuccio, lo zaino, i quaderni).

La famiglia può supportare e facilitare i figli nei compiti per casa, suggerendo strategie di studio, incoraggiandoli ad individuare modalità per meglio fissare i contenuti, ricordando di premiare sempre l’impegno anche se non dà ottimi risultati, evitando di riversare eccessiva ansia sui bambini e ragazzi andando così a peggiorare la situazione. Adeguati itinerari educativi possono facilitare i processi di apprendimento.

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Rita Bimbatti - pedagogista Parentsmile, partner Jointly