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Il contesto

Sfide HR: scopri perché è il momento di passare dal welfare aziendale al Corporate Wellbeing

Definire una strategia di Corporate Wellbeing significa mettere le basi affinché un’azienda possa rimanere competitiva, garantirsi capacità di innovazione con livelli di produttività ottimali e attrarre i migliori talenti sul mercato grazie ad un approccio sostenibile sul mercato del lavoro.

Le nuove sfide del mondo del lavoro

Le aziende italiane, oltre a dover fare i conti con l'instabilità geopolitica e un quadro macroeconomico incerto, devono affrontare un mercato del lavoro caratterizzato da forti discontinuità.

Fattori esterni e strutturali che le aziende devono imparare a fronteggiare:

CRISI DEMOGRAFICA

-4,4M di persone in età lavorativa in meno nel 2035 rispetto ad oggi

TENUTA DEL WELFARE STATE

22,8% quota di popolazione italiana a rischio di povertà o di esclusione sociale

PERDITA DI POTERE D’ACQUISTO

-0,9% variazione del potere d’acquisto dei salari 
dal 2000 al 2022 e conseguente impoverimento 
dei lavoratori

Fattori interni che richiedono alle aziende di rivedere le proprie strategie HR:

DIFFICOLTÀ DI RECRUITING

1 su 2 posizioni lavorative aperte sono difficili 
da reperire

CRESCENTE MALESSERE

9% quota di lavoratori che afferma di stare bene 
al lavoro

GRANDI DIMISSIONI

42% quota di persone che hanno cambiato lavoro nell’ultimo anno o lo faranno a breve

Dal welfare aziendale al corporate wellbeing

In questo contesto è essenziale che le imprese evolvano da una concezione puramente fiscale del welfare aziendale a una più ampia strategia di benessere organizzativo. Adottare misure di welfare aziendale è utile, ma non è più sufficiente. Spesso si confonde l’obiettivo - il corporate wellbeing - con lo strumento per raggiungerlo - il welfare aziendale e i benefit aziendali. 

Il corporate wellbeing secondo jointly

Nella nostra visione, il Corporate Wellbeing è l’insieme integrato e organico di attività e servizi che promuovono il benessere dei collaboratori, sia a livello personale che professionale, e, in maniera sinergica, il benessere dell’organizzazione stessa.

Il corporate wellbeing secondo jointly Il corporate wellbeing secondo jointly

I vantaggi del Corporate Wellbeing per la tua azienda

I vantaggi economici

Approfondisci il tema grazie allo studio realizzato in partnership con TEHA The European House - Ambrosetti.

Scarica lo studio

Welfare aziendale:
definizione e normativa di riferimento

Per Welfare aziendale si intende un insieme di somme, prestazioni, opere e servizi di utilità sociale che le aziende possono mettere a disposizione della generalità di dipendenti o categorie di dipendenti e dei loro familiari per promuovere il benessere economico, fisico, psicologico e sociale di tutti i lavoratori con l'obiettivo di rispondere ai loro bisogni e migliorare la qualità della loro vita lavorativa, spesso attraverso fringe benefit o flexible benefit.

Vuoi conoscere meglio la normativa che regola il Welfare?

Queste sono le 3 fonti di riferimento:

Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR)

che definisce quali servizi di welfare aziendale non formano reddito 
da lavoro dipendente

Le leggi di bilancio (2016, 2017, 2018, 2024)

che regolamentano la modalità̀ di conversione dei premi di produttività̀ in welfare aziendale, la soglia fringe benefit e la modalità di rimborso degli interessi passivi dei mutui

Le circolari e le risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate

che interpretano e definiscono puntualmente le norme presenti nel TUIR e nelle leggi di bilancio

Quali sono le categorie di servizi che rientrano nel Welfare?

Gli articoli 51 e 100 del TUIR definiscono le categorie di servizi che per legge possono essere considerati di welfare aziendale ai fini fiscali, e che quindi non contribuiscono a formare reddito da lavoro dipendente, con un vantaggio sulla tassazione.

Ricreazione e tempo libero
Educazione
e istruzione
baby sitting e assistenza anziani o non autosufficienti
trasporto pubblico
Prestazioni
sanitarie
Beni e servizi in natura
Assistenza
sanitaria
Previdenza
integrativa

Ricreazione e tempo libero: ingressi cinema e teatri, abbonamenti alla palestra, spa, centri sportivi, impianti sciistici, viaggi, pacchetti esperienze, eventi spettacoli, attività extrascolastiche.

Educazione e istruzione: master, università, corsi di formazione extraprofessionali, corsi di lingua, spese di educazione e di istruzione per i familiari come rette d’iscrizione e frequenza per ogni tipo di scuola, acquisto di libri di testo scolastici, campus estivi, soggiorni e vacanze studio, ludoteche e altri servizi aggiuntivi (per esempio gite d’istruzione e scuolabus).

Servizi di baby sitting e servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti (assistenza domiciliare, badanti, assistenza residenziale).

Abbonamenti al trasporto pubblico

Prestazioni sanitarie
(check up, visite specialistiche, odontoiatriche, riabilitazione, counseling e supporto psicologico).

Beni e servizi in natura: buoni spesa per benzina, shopping, e-commerce (entro la soglia definita dalla Legge di Bilancio).

Finanziamenti e mutui per una quota degli interessi passivi.

Contributi di assistenza sanitaria a enti o a case con fine esclusivamente assistenziale (nessun limite quando il contributo deriva dalla conversione del premio di risultato, negli altri casi concorre al limite di 3615,2 € all’anno).

Versamenti integrativi a fondi di previdenza (nessun limite quando il contributo deriva dalla conversione del premio di risultato, negli altri casi concorre al limite di 5164,57 € all’anno).

Quali sono le categorie di servizi che rientrano nel Welfare?

Gli articoli 51 e 100 del TUIR definiscono le categorie di servizi che per legge possono essere considerati di welfare aziendale ai fini fiscali, e che quindi non contribuiscono a formare reddito da lavoro dipendente, con un vantaggio sulla tassazione.

Ricreazione e tempo libero: ingressi cinema e teatri, abbonamenti alla palestra, spa, centri sportivi, impianti sciistici, viaggi, pacchetti esperienze, eventi spettacoli, attività extrascolastiche.

Educazione e istruzione: master, università, corsi di formazione extraprofessionali, corsi di lingua, spese di educazione e di istruzione per i familiari come rette d’iscrizione e frequenza per ogni tipo di scuola, acquisto di libri di testo scolastici, campus estivi, soggiorni e vacanze studio, ludoteche e altri servizi aggiuntivi (per esempio gite d’istruzione e scuolabus).

Servizi di baby sitting e servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti (assistenza domiciliare, badanti, assistenza residenziale).

Abbonamenti al trasporto pubblico

Prestazioni sanitarie
(check up, visite specialistiche, odontoiatriche, riabilitazione, counseling e supporto psicologico).

Beni e servizi in natura: buoni spesa per benzina, shopping, e-commerce (entro la soglia definita dalla Legge di Bilancio).

Finanziamenti e mutui per una quota degli interessi passivi.

Contributi di assistenza sanitaria a enti o a case con fine esclusivamente assistenziale (nessun limite quando il contributo deriva dalla conversione del premio di risultato, negli altri casi concorre al limite di 3615,2 € all’anno).

Versamenti integrativi a fondi di previdenza (nessun limite quando il contributo deriva dalla conversione del premio di risultato, negli altri casi concorre al limite di 5164,57 € all’anno).

Ricreazione e tempo libero
Educazione
e istruzione
baby sitting e assistenza anziani o non autosufficienti
trasporto pubblico
Prestazioni
sanitarie
Beni e servizi in natura
Assistenza
sanitaria
Previdenza
integrativa

I benefici non sono solo per il dipendente, ma anche per i familiari.

Come definito dall’articolo 12 del Tuir, i servizi di welfare aziendale possono essere dedicati al dipendente stesso o ai suoi familiari.

  • coniuge
  • figli
  • genitori
  • fratelli e sorelle
  • generi e nuore
  • suoceri
Che vantaggio ha l’azienda che fa Welfare?

Approfondiamo la normativa e i vantaggi fiscali legati al mondo del welfare e del corporate wellbeing.

Per gli importi e le prestazioni erogate come welfare aziendale sono previsti significativi sgravi fiscali e contributivi sia per l’azienda sia per i dipendenti. Questo significa che l’azienda può contribuire al benessere economico, fisico, psicologico e sociale dei propri dipendenti e supportarli in un modo nuovo.

Requisito essenziale per godere dei benefici fiscali è assegnare somme e rendere disponibili prestazioni alla generalità della popolazione aziendale o a categorie omogenee di dipendenti, ad esempio dipendenti con lo stesso livello contrattuale o appartenenti alla stessa famiglia professionale.

Approfondiamo la normativa e i vantaggi fiscali legati al mondo del welfare e del corporate wellbeing. Approfondiamo la normativa e i vantaggi fiscali legati al mondo del welfare e del corporate wellbeing.

Quali sono le modalità di erogazione e i relativi vantaggi fiscali?

Contributi welfare CCNL
Contributi welfare unilaterali on top
Conversione del premio di risultato (PDR)
prestazione di servizi

Contributi welfare CCNL

Per il dipendente non costituiscono reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali e per l’azienda sono costi aziendali deducibili al 100%.

Contributi welfare unilaterali on top

Per il dipendente non costituiscono reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali. Per l’azienda sono al 100% deducibili quando l’erogazione avviene come adempimento di un obbligo definito in un regolamento aziendale o in un accordo sindacale; in assenza del regolamento aziendale è ammessa la deducibilità entro il limite del 5/1000 del costo del lavoro indicato in bilancio.

Conversione del premio di risultato (PDR)

I vantaggi fiscali sono previsti per i dipendenti con redditi annui inferiori a 80.000 € e per un importo convertito di massimo € 3.000 all’anno per dipendente. Come per i contributi welfare CCNL, quando il premio di risultato viene convertito in welfare, per l’azienda è prevista la piena deducibilità e per il dipendente gli importi convertiti non costituiscono reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali nel caso di conversione di premio di risultato è inoltre ammessa la possibilità di superare le soglie di deducibilità normalmente previste per la previdenza complementare (€ 5.164,57) e l’assistenza sanitaria integrativa (€ 3.615,20). Per i lavoratori con reddito superiore a € 80.000 annui gli accordi possono prevedere il riconoscimento del premio sotto forma di welfare, con la conseguente attribuzione dei medesimi benefici fiscali previsti per i dipendenti con redditi inferiori a 80.000 € annui, solo nel caso in cui non sia prevista come alternativa la sua conversione monetaria.

Servizi erogati direttamente dall’azienda

L’azienda può implementare delle azioni di welfare/wellbeing erogando  direttamente i servizi al dipendente. Gli  importi per l’attivazione di questi servizi, previa definizione di regolamento aziendale o accordo sindacale, sono 100% deducibili (in assenza di regolamento o accordo sindacale è ammessa la deducibilità  entro il 5/1000 del costo del lavoro indicato in bilancio). 

Quali sono le modalità di erogazione e i relativi vantaggi fiscali?

Contributi welfare CCNL

Per il dipendente non costituiscono reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali e per l’azienda sono costi aziendali deducibili al 100%.

Contributi welfare unilaterali on top

Per il dipendente non costituiscono reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali. Per l’azienda sono al 100% deducibili quando l’erogazione avviene come adempimento di un obbligo definito in un regolamento aziendale o in un accordo sindacale; in assenza del regolamento aziendale è ammessa la deducibilità entro il limite del 5/1000 del costo del lavoro indicato in bilancio.

Conversione del premio di risultato (PDR)

I vantaggi fiscali sono previsti per i dipendenti con redditi annui inferiori a 80.000 € e per un importo convertito di massimo € 3.000 all’anno per dipendente. Come per i contributi welfare CCNL, quando il premio di risultato viene convertito in welfare, per l’azienda è prevista la piena deducibilità e per il dipendente gli importi convertiti non costituiscono reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali nel caso di conversione di premio di risultato è inoltre ammessa la possibilità di superare le soglie di deducibilità normalmente previste per la previdenza complementare (€ 5.164,57) e l’assistenza sanitaria integrativa (€ 3.615,20). Per i lavoratori con reddito superiore a € 80.000 annui gli accordi possono prevedere il riconoscimento del premio sotto forma di welfare, con la conseguente attribuzione dei medesimi benefici fiscali previsti per i dipendenti con redditi inferiori a 80.000 € annui, solo nel caso in cui non sia prevista come alternativa la sua conversione monetaria.

Servizi erogati direttamente dall’azienda

L’azienda può implementare delle azioni di welfare/wellbeing erogando  direttamente i servizi al dipendente. Gli  importi per l’attivazione di questi servizi, previa definizione di regolamento aziendale o accordo sindacale, sono 100% deducibili (in assenza di regolamento o accordo sindacale è ammessa la deducibilità  entro il 5/1000 del costo del lavoro indicato in bilancio). 

Contributi welfare CCNL
Contributi welfare unilaterali on top
Conversione del premio di risultato (PDR)
prestazione di servizi

Le piattaforme di gestione dei Flexible Benefit e i crediti welfare

Per rendere acquistabili i servizi da parte dei dipendenti, le aziende scelgono di mettere a disposizione dei propri dipendenti una piattaforma dedicata al Welfare aziendale attraverso la quale è possibile, per il dipendente, navigare una ampia offerta di servizi e acquistarli attraverso i crediti welfare che l’azienda ha messo a sua disposizione sulla base della conversione del PDR o delle altre modalità di erogazione.

Cosa succede se i dipendenti non spendono tutti i crediti welfare?

A seconda degli accordi sindacali e della regolamentazione sulle diverse  modalità di erogazione, i crediti welfare non spesi possono essere  convertiti in previdenza complementare o riportati ad anno nuovo.

Per tutte le aziende che vogliono andare oltre il welfare e gestire tutto 
il Corporate Wellbeing in maniera facile ed efficace, Jointly ha creato JOY: 
la piattaforma di life-work experience.

Caratteristiche a confronto
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Forte integrabilità con i sistemi aziendali e di terze parti
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