Siamo su Donna Moderna del 14 Novembre 2018 con l'interessante articolo della giornalista Vera Caprese; che ci porta ad esplorare il mondo dei millenials e del loro modo di intendere la carriera ed il lavoro, citando anche la nostra ricerca interaziendale sui Millenials, condotta su oltre 3200 lavoratori U35. 


Una visione verso il futuro ormai molto diversa dalle logiche del passato; e che privilegia una dimensione in cui fare esperienza voglia dire anche sviluppare sé stessi all'interno del proprio contesto sociale, attraverso socializzazione e formazione...

...Insomma si è passati dal self made man alla self expression. La decisione di Lara di tornare a Milano ne è la prova: «Il lavoro non è più qualcosadi separato dalla vita, ma mia dimensione in cui fare esperienza, cercare arricchimento e senso di sé».  Spiega Claudia Manzi, docente di psicologia sociale all'Università Cattolica e responsabile della ricerca per Jointly. «Lo dimostra il fatto che in cima ai servizi più ricercati tra quelli offerti dal welfare in ufficio i millennials indicano le iniziative di volontariato, di socializzazione e di formazione».

Ma il nuovo sguardo sul lavoro ha radici più profonde.

 «I nati negli anni Ottanta hanno vissuto sulla loro pelle la cultura denaro-centrica di allora: hanno visto la maggior parte dei loro genitori, prima votati alla carriera e poi colpiti dalla crisi, dover fare i conti direttamente con la precarietà lavorativa ed economica e, forse anche per questo, sono alla ricerca di un'alternativa che includa le relazioni, gli interessi extra-lavorativi, l'attenzione verso il wellness e la salute. Una nuova visione che può rivelarsi vincente. Le ricerche infatti dimostrano che i millennials, se inseriti nei contesti aperti e flessibili lavorano con entusiasmo, raggiungendo risultati al di là delle aspettative».
 

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