'' ll cinema e i suoi film entrano spesso nelle aule di formazione: è  più d’impatto di un corso, più divertente di un libro, più rapido di uno stage. ll film adatto può darci l’idea giusta, regalarci una consapevolezza. Questa idea, sperimentata personalmente anche dal sottoscritto, con un successo quasi insperato all’inizio del percorso formativo, ha avuto risvolti positivi anche sull’ engagement e la motivazione delle persone. Naturalmente i film vanno concordati con ogni azienda; perché si devono proiettare i film che esprimono i valori e le connessioni più coerenti con le finalità e le necessità aziendali ''
Fabio Galluccio

Ciak due. Azione! - Il Colore nascosto delle cose 

Nel secondo appuntamento con la nostra rubrica ''Ciak si Gira!'' parleremo di un film delicato e forte ; una favola dolce e amara che ci porterà a trattare i temi della disabilità e della cura, di un'estrema forza di volontà, e di cambiamenti... Ecco a voi  '' Il Colore nascosto delle cose''.

 

Trama 

Il colore nascosto delle cose è un film di Silvio Soldini del 2017 e come tutti i film di Soldini si presta a discutere in aula su temi complessi di vita organizzativa che si intrecciano con le vite personali.

Emma (Valeria Golino) è una donna volitiva e incapace di arrendersi dall’età di sedici anni, e cioè da quando ha perso la vista e per guardare ha dovuto ricorrere all’immaginazione.

Emma ama il rosso, è forte, autoironica, risolta e autonoma. Sul sentiero dei sentimenti si lascia guidare dall’istinto, mentre fuori di casa si affida a un bastone bianco da ripiegare e mettere in borsetta una specie di mappa per esplorare luoghi sconosciuti. Fa l’osteopata e incontra Teo.

Teo (Adriano Giannini) rappresenta l’altra faccia della medaglia: è l’attenzione alle apparenze e alle immagini patinate di uno spot pubblicitario, è l’evanescenza, la superficialità sentimentale e, almeno sulle prime, l’assenza.

Il personaggio rapito dai tablet sempre accesi e dei telefonini che squillano ininterrottamente fa un salto nel buio aprendosi al bisogno di accudire. Per Teo è un percorso lento con il suo desiderio di essere dalla parte giusta e il suo voler essere la fotografia di una quotidianità; si prende i suoi tempi. Le loro vite totalmente diverse e il modo opposto di affrontare il mondo li travolgeranno e li cambieranno per sempre.

 

Dagli schermi all’aula: Diversity & Disability Management

Il tema della disabilità è centrale in questo film, non tanto perché Emma è non vedente; ma in quanto pone dubbi e interrogativi che permettono di affrontare i problemi da punti di vista opposti, rimuovendo atteggiamenti radicati che sembrano inamovibili.
C’è la capacità di resilienza e di trovare sempre la motivazione da parte di Emma, anche nei momenti più difficili, ma anche la capacità di cambiare e non fossilizzarsi sui propri principi e sulle proprie regole da parte di Teo.
Emma apprenderà da Teo la sua femminilità e ad essere donna senza paura e a riprendersi il suo ruolo. Teo riuscirà a mitigare la sua sicurezza e a “rompere” gli stereotipi della mascolinità e non essere afflitto dall’autismo tecnologico”, ma a guardare negli occhi la persona che gli sta accanto.
Appare preponderante il ruolo di chi sta accanto ad un disabile, sia esso caregiver o familiare; di come debba saper ascoltare e comprendere, ma anche fa riflettere sul proprio modo di essere e di rapportarsi con gli altri nei luoghi di lavoro e nella vita e di come sia necessario sempre aprirsi agli altri.
Inoltre indispensabile per un disabile, ma direi per tutti coloro che lavorano, essere valorizzati per le proprie capacità e inseriti a pieno titolo nelle organizzazioni. Prevale su tutto la vision e la capacità immaginativa; strumenti indispensabili perchè servono a “colorare” la vita, le aziende e la società e a trovare il senso e il colore nascosto delle cose.
Bibliografia : 
“ Nuovi schermi di formazione – I grandi temi del management” di Dario D’Incerti, Massimiliano Santoro e Giuseppe Varchetta, edizione Guerini Associati.