A pochi giorni dal lancio di “NHOA 0-18”, il programma per supportare genitori e figli, abbiamo approfondito con Martina Zermian, Group HR Administration & Benefit Specialist, e Cristian Calandri, Group Chief Information Officer (e due volte papà) perché l’azienda ha deciso di mettere la famiglia al centro del proprio welfare aziendale.

 

Martina, perché il Gruppo NHOA ha decido di supportare i genitori che lavorano, e come?  

Questo programma è parte integrante del diritto alla genitorialità promosso dal FamilyWorking, un Manifesto scritto e condiviso durante il Covid, per venire in contro all’affaticamento organizzativo e all’aumento dei carichi di cura dei genitori. Il Manifesto sancisce cinque diritti fondamentali: il diritto alla famiglia, alla genitorialità, alla flessibilità di orario, ma anche alla tecnologia e all’accesso a strumenti abilitanti come il secondo schermo, la sedia ergonomica e un contributo al wi-fi a casa.

Ultimo, ma non meno importante il diritto al benessere fisico che facilita l’accesso a lezioni sia online che – ora – anche in palestra. Un impegno assunto in fase emergenziale ma che fa parte della cultura e dello stile manageriale dell’azienda, tanto è vero che è stato potenziato e reso permanente anche dopo la fine dell’emergenza.  

Con un'età media di 34 anni, il 50% del management composto da figure femminili, e quasi 1 collaboratore del Gruppo su 4 già genitore, il programma NHOA 0-18 integra e completa questo impegno rispondendo a esigenze specifiche dei nostri collaboratori.

Da un lato ci sono iniziative volte a facilitare la transizione verso la genitorialità, come webinar, supporto pediatrico e percorsi pedagogici e psicologici dedicati, progettati per assistere passo dopo passo il percorso del genitore, dalla gravidanza al reinserimento nel mondo del lavoro. Dall'altro troviamo iniziative educative dedicate ai più piccoli, come corsi di lingua, supporto per bambini con necessità specifiche e assistenza quotidiana allo studio. Tutti i servizi sono accessibili sia di persona che da remoto, così da garantire ai più piccoli un ambiente sicuro, formativo e stimolante oltre che a permettere ai genitori di concentrarsi sui propri impegni professionali.

 

Cristian, come vive un papà che lavora in azienda questo progetto? Cosa ti piace di più e come ti fa sentire? 

L’attenzione verso i genitori si è sviluppata progressivamente, in base alle esigenze raccolte tra noi collaboratori. Con la pandemia, sono rimasto sorpreso da quanto velocemente l’azienda abbia saputo venire incontro alle nostre esigenze e ho sentito l’azienda davvero vicino a me.

Il diritto a flessibilità di orario e alla disconnessione per esempio per me sono stati fondamentali, ed è un segno di rispetto e fiducia da parte della mia azienda: ho potuto modulare l’orario in base alle mie esigenze famigliari, lavorando per obiettivi condivisi con il mio team di lavoro. Oggi nel mio caso specifico apprezzo molto il servizio di baby-sitting di qualità, anche in zone non centrali, e i video-consulto pedagogico, avendo due figli di 5 e 7 anni.

L’attenzione – e il budget che sono stati dedicati a questo progetto – sono segnali concreti dell’impegno del Gruppo al nostro fianco, che non solo non si è ridotto ma si è ampliato dopo la pandemia.

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Intervista a cura di Anna Zavaritt - giornalista e contributor Jointly