Oltre agli strumenti previsti per legge, è importante diffondere la cultura del rispetto. La figura della Person of Trust può fare la differenza

Per affrontare la violenza di genere in ambito aziendale, l’approccio più diffuso ancora oggi è attenersi agli obblighi normativi, che con l’entrata in vigore del whistleblowing introducono una maggior tutela per la persona che segnala un potenziale abuso.

“Per prevenire, al posto che disciplinare, possibili comportamenti illeciti è cruciale – ha sottolineato Francesca Rizzi, CEO di JOINTLY all’inizio dell’ultimo Jointly Talkche l’azienda sia un ecosistema dinamico, con valori e cultura condivisi, e che promuova il benessere organizzativo e personale”.

 

Durante il Jointly Talk di mercoledì 17 gennaio Lara Benettiavvocata penalista e Person of Trust aziendale – ha spiegato che la Convenzione OIL del 2019 (190) recepita anche dall’Italia “ha stabilito lo specifico riconoscimento - per la prima volta a livello internazionale - del diritto di tutte e di tutti a un mondo del lavoro libero da violenze e molestie, e stabilisce l’obbligo di rispettare, promuovere e realizzare questo diritto”. Tra le misure che un’azienda può adottare per farlo c’è, su base volontaria, l’identificazione di una Persona di Fiducia (o Person of Trust). Una figura esterna all'organizzazione che agisce - nel rispetto dei fondamentali principi di correttezza, imparzialità e riservatezza - come interlocutrice privilegiata in ogni situazione di potenziale o reale prevaricazione che si realizza all'interno dell'ambito lavorativo.

Una figura presente dall’anno scorso in ATM, che già dal 2019 aveva però definito una governance interna per contrastare la violenza di genere:

“Un forte endorsement del vertice aziendale – ha precisato Simona Zandonà, Wellbeing e D&I Manager ATM - e una strategia chiara, condivisa e coerente sono state le leve fondamentali per affrontare questo tema in maniera efficace”.  

Nel 2023 l’azienda ha poi pubblicato le Linee Guida di Comportamento del Gruppo, all’interno delle quali è presente il Codice di condotta contro violenza e molestie nei luoghi di lavoro, 17 articoli che tutelano ma anche impegnano i collaboratori al rispetto e ascolto reciproco.

“Dialogo e coinvolgimento – ha sottolineato la manager di ATM – sono fondamentali perché i principi scritti siano agiti e vissuti in azienda: noi abbiamo formato tutti i manager e tutti i coordinatori di team e di processi legati all’esercizio, con il coinvolgimento diretto del leadership team e di un gruppo di change agent, giovani manager particolarmente impegnati su questo tema”. 

 

Promuovere una cultura aziendale in grado di far emergere eventuali relazioni disfunzionali, discriminanti se non addirittura violente è la modalità più efficace di prevenire, perché – come ha più volte ribadito l’avvocata Benetti – spesso le aziende non sanno di avere un problema perché non ci sono denunce formali. Ma questo non significa che non ci siano casi di violenze o mobbing. E non solo violenza fisica, ma anche violenza psicologica, tra cui quella verbale.

L’impegno dell’azienda – tanto più in una realtà multinazionale e diversificata – e l’ingaggio di manager e ambassador sono anche per Amazon due leve strategiche:

“Tutti i collaboratori e i fornitori – ha spiegato Marta Centurione, Country HR manager di Amazon Italiasottoscrivono il nostro codice etico il primo giorno di lavoro con noi, e poi la formazione continua, on e offline, così come lo stile di leadership dei nostri manager garantiscono che ci sia piena corrispondenza tra impegni presi e comportamenti agiti”.

Nel caso di Amazon poi l’ottenimento della Certificazione della Parità di Genere a pieni voti “è stata l’occasione – ha tenuto a precisare la manager di Amazon Italia – per mettere a sistema le diverse attività di ogni funzione rispetto alla DEI, rafforzando così una cultura aziendale di gruppo attenta all’ascolto, alla valorizzazione delle diversità e all’inclusione dell’unicità di ogni collaboratore”.

All’interno di questo ecosistema di valori e comportamenti condivisi, ci sono poi strumenti utili ed efficaci come la Ethics Line: “un sistema di segnalazione anonima per promuovere un comportamento etico – ha approfondito la manager di Amazon Italia - e proteggere coloro che segnalano violazioni”. O come gli affinity group, gruppi spontanei di dialogo e confronto che contribuiscono a rinsaldare la cultura aziendale.

 

L’impegno contro la violenza e le molestie va ben oltre i confini dell’ufficio e riconosce alle aziende – così come previsto dalla Convenzione dell’OIL – un ruolo sociale nel tutelare il benessere delle persone e dei loro familiari.

“Ci è capitato di intervenire a tutela di due collaboratrici – ha voluto condividere Simona Zandonà - che hanno vissuto una violenza domestica, supportandole nel trovare un ambiente protetto per poter crescere i figli e continuare a lavorare. Questo tipo di intervento ha contribuito tra l’altro a creare un clima organizzativo più evoluto ed emancipato, una sorta di spirito di “colleganza” che unisce tutte le persone in ATM e i loro familiari”

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A cura di Anna Zavaritt – giornalista e contributor JOINTLY