Si è conclusa nei giorni scorsi la trattativa per il rinnovo del modello dei contratti di categoria che fanno capo a Confindustria, il cosiddetto «patto della fabbrica». Dopo un anno e mezzo di concertazione è segnato l’avvio di  un nuovo sviluppo delle relazioni industriali.

L’accordo –  che è stato firmato il 9 marzo 2018  –  è un  piano di sviluppo per il sistema-paese e di innovazione nelle relazioni industriali in un’ottica sempre più compartecipata e  stabile per aumentare la produttività, con più salari, più formazione, più competenze per i lavoratori e  più welfare.

 

Ecco le novità più rilevanti:

  • La contrattazione collettiva continuerà ad essere articolata su due livelli, quello nazionale e quello aziendale o territoriale, e dovrà garantire per ciascuno dei due livelli, specifiche caratteristiche e funzioni.
  • Il contratto collettivo nazionale di categoria individuerà i minimi tabellari per il periodo di vigenza contrattuale, intesi quali trattamento economico minimo (TEM).
  • Nello stipendio complessivo entrerà il welfare: Nell’intesa si afferma infatti che : «Il trattamento economico complessivo (TEC) sarà costituito dal trattamento economico minimo (TEM), come determinato alla lettera H, e da tutti quei trattamenti economici — nei quali, limitatamente a questi fini, sono da ricomprendere fra gli altri anche le eventuali forme di welfare — che il contratto collettivo nazionale di categoria qualificherà come «comuni a tutti i lavoratori del settore», a prescindere dal livello di contrattazione a cui il medesimo contratto collettivo nazionale di categoria ne affiderà la disciplina.
  • «Il contratto collettivo nazionale di categoria avrà cura di evidenziare in modo chiaro la durata e la causa di tali trattamenti economici e il livello di contrattazione a cui vengono affidati dovendosi, comunque, disciplinare, per i medesimi trattamenti, gli eventuali effetti economici in sommatoria fra il primo e il secondo livello di contrattazione collettiva».
 

Dalle parti sociali e dal Governo è stata sottolineata la importante collaborazione tra imprenditori e rappresentanze dei lavoratori :  «Un passo avanti verso relazioni industriali più moderne  realizzando  un quadro di certezze nelle relazioni sindacali ed evidenziando  l’efficacia del ruolo di regolazione economica e sociale delle parti», con un focus ed un’attenzione alla formazione continua, al welfare e alla rappresentanza dei lavoratori.

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