Se è pur vero che una delle più importanti skill richieste dalle aziende in fase pre e post assunzione rimane quella della resilienza, oggi possiamo ben dire che questa, da sola, non basta.

Transilienza: di cosa stiamo parlando?

La parola ''Transilienza'' è un mix tra le parole “Transumanza” e “Resilienza”. Un termine coniato dallo scrittore di fantascienza Arthur Clarke. Questo neologismo entrerà necessariamente presto nel vocabolario degli HR manager e del mondo del lavoro, così come ci spiega la giornalista Eva Campi, in un articolo di qualche settimana fa su ''Il Sole 24 Ore'' a proposito dell'importanza dell'interdisciplinarietà nelle organizzazioni. Siamo stati abituati a concepire la iper specializzazione come un fatto di successo lavorativo.
Basta dare un rapido sguardo ai Job Profile maggiormente richiesti dalle Aziende, dove spesso troviamo frasi come ''Cercasi Social Media Manager'' ''Ingegnere esperto di Big Data'', ecc...,  sapendo già in fase di inserimento (soprattutto quando trattasi di aziende medio grandi) che la persona prescelta sarà probabilmente spostata in altra attività nel corso di due/tre anni.
Se, quindi, non si ricerca in fase di selezione candidati con la capacità di passare da una attività ad un’altra, questo può diventare un investimento a vuoto, di cui pentirsi in breve tempo.  

Un nuovo modello di sviluppo delle Competenze 

Nel report del NAEP (National Assessment of Educations Progress) negli Stati Uniti si è arrivati alla conclusione che il modello educativo/formativo deve basarsi sullo sviluppo delle singole competenze, investendo in strumenti formativi e spazi di interscambio multi settoriali e cross dipartimentali. Perché, come scrive Eva Campi: “Si ha sempre necessità di connettersi, aprirsi e collegarsi per crescere quantitativamente e qualitativamente”.
In un mondo dove le organizzazioni ed il mercato vivono una fluidità forse mai vista, anche i ruoli in azienda risultano sempre meno incardinati su parametri ben definiti. Il vantaggio competitivo di un'azienda, allora, può e deve essere necessariamente misurato alla luce della capacità della propria forza lavoro di ''migrare'' velocemente su nuovi assetti organizzativi e mansioni differenti da quelli di partenza.
 

Formazione e Welfare Aziendale: puntare sull'Interdisciplinarietà 

Ecco perché è importante anche indirizzare la spesa in Contributi Welfare dei propri collaboratori verso la Formazione Interdisciplinare per sé e per i propri familiari. Un investimento a sicura somma positiva, per accrescere le singole capacità all’interno dell' organizzazione non solo per sé, ma anche per i propri figli per il loro futuro; come ad esempio Jointly fa da 5 anni con PUSH TO OPEN, ma anche per i genitori, con il nuovo progetto GENITORI DIGITALI
In questo Jointly offre una gamma di possibilità su moltissimi fronti per le aziende, per i singoli lavoratori e per le loro famiglie: dai corsi dalla negoziazione, alla comunicazione, dal lavorare in team alla leadership, nonché di usufruire di coach o counseling per migliorare le proprie competenze e il benessere personale. SCOPRI QUI