L’innalzamento della soglia di esenzione dei fringe benefit ci racconta bene cosa è stato il corporate wellbeing negli scorsi mesi. Ma forse, prima di tutto, dovrebbe dirci cosa vorremmo che fosse nei prossimi anni.
L’innalzamento della soglia di esenzione dei fringe benefit ci racconta bene cosa è stato il corporate wellbeing negli scorsi mesi. Ma forse, prima di tutto, dovrebbe dirci cosa vorremmo che fosse nei prossimi anni.
Il Decreto Aiuti Quater ha (nuovamente) innalzato la soglia dell’imponibilità contributiva e fiscale per i fringe benefit - per il 2022 - a 3000 euro; ma l'aumento dei fringe benefit rischia di "cannibalizzare" il welfare aziendale. Ne abbiamo parlato con Chiara Altilio, Adapt Junior Fellow Scuola di dottorato in Apprendimento e Innovazione nei contesti sociali e di lavoro, dell'Università degli Studi di Siena.
Le principali ricerche e think tank hanno confermato quest’anno che il welfare aziendale gioca già un ruolo strategico all’interno delle imprese e anche a beneficio delle comunità locali e dell’economia del Paese.
Le nuove modalità di lavoro ibrido e la necessità di ottimizzare gli spostamenti attorno alle grandi città hanno rilanciato i piani di mobilità aziendali, tra algoritmi e salute.
Quanto “spazio” c’è, ancora, per introdurre benessere all’interno delle organizzazioni? La risposta è molto; per come è cambiato il modo di vivere il lavoro, gli spazi per iniziative di corporate wellbeing sono infatti potenzialmente infiniti: il caso della mobilità sostenibile.
Soprattutto negli ultimi anni, le imprese che hanno colto i vantaggi di una strategia di comunicazione interna da affiancare ai piani di welfare sono state molte. E i risultati, per queste, non hanno tardato ad arrivare.
Per ingaggiare i collaboratori in un periodo così sfidante, non ci sono quindi ricette magiche preconfezionate, se non quella di ripartire, come indicato gli esperti dal rispetto e dalla fiducia reciproci.
Con questo premio il Salone della CSR premia le realtà capaci di misurare il valore economico, sociale e ambientale creato da progetti e iniziative di sostenibilità ma anche sottolineare la necessità di comunicare i risultati ottenuti e di condividerli con gli stakeholder.
Il malessere dei lavoratori è uno snodo critico che le aziende faticano ancora a riconoscere, ma il problema non è procrastinabile, e a livello interazionale si stanno già moltiplicando le iniziative, che per essere più coinvolgenti ed efficaci spesso sono in forma digitale, disponibili sui propri device e in alcuni casi hanno la forma di veri e propri giochi, la così detta gamification.
La correlazione tra benessere psicologico generale e benessere lavorativo si sta intensificando di anno in anno tra gli occupati in Italia. Ecco perché è necessaria un’autentica rifondazione del concetto stesso di benessere organizzativo: il futuro dell’impresa è nel Wellbeing.